
Un Solo Anno Ancora: L’Ultima Magia di un Campione Senza Tempo
di Redazione Sportiva
Un solo anno ancora. È questo il desiderio sussurrato tra le lacrime e i ricordi dai tifosi, dagli amici, da chi ha vissuto il calcio con il cuore. Non è solo una richiesta: è una preghiera rivolta a chi ha scritto pagine indimenticabili con la propria classe, con quei piedi che hanno disegnato traiettorie impossibili, con quel pallonetto leggendario da fuori area — dal lato sinistro del campo — che ancora oggi risuona nella memoria come poesia pura.
Quel gol… sì, quel gol. Quello che ci fece alzare tutti in piedi, quello che spaccò il tempo tra il prima e il dopo, quello che urlava al mondo che il calcio è arte e chi lo gioca così è un artista.
Pensiamo ai vecchi tempi, quando la maglia era sudore e passione, quando si segnava di qua e di là, con grinta, con stile, con l’eleganza di chi non ha mai avuto bisogno di alzare la voce per farsi amare. I gol erano tanti, sì, ma non erano solo numeri: erano storie, emozioni, brividi che ancora oggi ci attraversano la pelle.
E ora, forse, ci resta solo un anno. Un solo anno per vederti ancora lì, in campo, a calpestare l’erba come un tempo, a mandare il pallone dove solo tu sai. Non chiediamo titoli, non chiediamo magie ogni domenica — anche se sappiamo che ne hai ancora — chiediamo solo un ultimo giro, un’ultima volta. Per noi. Per te. Per il calcio.
Perché certi campioni non si dimenticano. Si celebrano. Si implorano.
Un solo anno ancora, e poi potrai volare via.
Ma faccelo rivedere, quel pallonetto da fuori area. Uno solo. L’ultimo.
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Ti va se aggiungo anche un nome al protagonista? Oppure preferisci mantenerlo anonimo e simbolico?